
A mio modesto parere, talvolta i film rappresentano uno spaccato della società dove gli stessi vengono prodotti. Una piacevole sorpresa dai nostri cugini argentini. Il film ricorda un po i nostri i mostri e nuovi mostri di 30 e 40 anni fa. Piacevolissimo, si gusta dal primo all'ultimo minuto. Purtroppo noi ora produciamo solo aborti noiosi, ridicoli, chiassosi, volgari. La realtà che diventa grottesca e il grottesco che diventa realtà Colpisce soprattutto l'episodio dei due automobilisti: come raccontare meglio la violenza e la follia che scorrono sotterranee sotto l'apparenza delle nostre civiltà?
Insieme Alfredo Castro e Luis Silva. Melodramma glaciale fuori e clamoroso dentro nella Caracas più degradata. Dove un cinquantenne uso a pagare ragazzi perché si spoglino davanti a lui si perde per un adolescente violento di nome Elder. Materia narrativa arroventato, che il venezuelano Lorenzo Vigas controlla e raffredda attraverso una messinscena di massimo rigore.
Basilare Film In Primo Piano. Se trascuriamo l'apertura e i titoli di coda, la durata di 'Like Crazy' è inferiore a 90 minuti. Ma Anna, affinché è una studentessa britannica in scambio, deve tornare nel Impero Unito dopo che il adatto visto studentesco è scaduto. La loro passione sfrenata viene dopo messa alla prova dalla divario fisica tra loro e dal tempo che trascorrono lontani l'uno dall'altro. Secondo quanto riferito, il film è basato sulla attinenza nella vita reale tra il regista Drake Doremus e una donna austriaca di nome Desiree Pappenscheller. Se ti stai chiedendo se Anna e Jacob finiranno insieme, ti abbiamo coperto. Anna e Jacob sono studenti di la stessa università di Los Angeles.
Margaret MazzantinI ha deciso, come tanti altri, di scrivere delle periferie romane. E, immaginiamo, si è seduta nel suo studio, immaginiamo ancora, confortevole. Con la creativitа è volata a Torpignattara Torpigna per gli amici , area per vecchia antonomasia malfamata. La frontiera è più in là, qualche chilometro oltre sulla Casilina, fra i palazzi perduti nel nulla, fra gli sfasci e i campi rom. Margaret Mazzantini decide di scrivere delle periferie, ma lo fa secondo una sua idea intellettuale. Non le vive, non le sente, non le conosce, le sceglie abbandonato luogo di esercizio per la sua penna altolocata. Decide di scrivere dei proletari, ma li rappresenta come li vede, creature letterarie, solo a tratti riconoscibili in personaggi reali. Davanti agli occhi un riferimento dichiarato: Genitrice Roma. Ed è qui affinché le sue pretese diventano blasfeme.